“Chi possiede le informazioni, possiede il Mondo”
Valeria Biondaro
Apple, Google, Amazon e ora anche Facebook: trascritte migliaia di conversazioni audio
È di questi giorni di agosto la notizia, riportata dall’agenzia Boomberg, che Facebook avrebbe pagato centinaia di operatori esterni per trascrivere in testo i messaggi vocali trasmessi dagli utenti tramite Messenger.
Dapprima negata ma poi confermata dalla stessa azienda di Zuckerberg, l’ascolto e la trascrizione dei vocali sarebbero stati autorizzati dagli utenti dando il consenso nelle opzioni dell’App; il problema è che nell’informativa per le condizioni d’uso sembra non ci fossero indicazioni relative al trattamento dei Dati vocali trasmessi tramite Messenger, secondo quando affermato da esperti che stanno seguendo la vicenda.
La società californiana ha spiegato che lo scopo era verificare se l’intelligenza artificiale di Facebook interpretava correttamente i messaggi, che erano resi anonimi.
Anche Apple, Google e Amazon raccolgono Dati
Non si tratta della prima azienda che finisce al centro delle polemiche per la trascrizione di file audio di dubbia autorizzazione, al fine di migliorare le tecnologie di assistenza.
Anche Apple e Google hanno ammesso di aver fatto quest’operazione, ma negli scorsi giorni hanno annunciato di averle interrotte.
Era stata sempre Bloomberg a riferire per la prima volta lo scorso aprile che Amazon aveva un team di migliaia di lavoratori in tutto il mondo che ascoltava le richieste audio di Alexa, l’assistente vocale presente ormai in molte case.
Il colosso dell’e-commerce ha poi spiegato che permetterà agli utenti di impedire l’utilizzo per la trascrizione dei messaggi vocali scambiati con l’assistente vocale Alexa.
L’importanza di raccogliere Dati
Se qualcuno si chiede ancora perché i colossi dell’e-commerce, dei social e del più grande motore di ricerca cerchino di avere più Dati possibili, la risposta è solo una: i Dati raccolti sono analizzati per ottimizzare il mercato mondiale.
Conoscere e anticipare i desideri di migliaia di persone, aiuta le aziende a indirizzare la produzione e la messa in vendita di prodotti e servizi con pochi rischi.
I Big Data come la Lampada di Aladino
E’ come se le aziende avessero tra le mani la Lampada di Aladino di ognuno di noi: ascoltano i nostri desideri, li elaborano e fanno in modo di esaudirli senza fare ricerche di mercato dispendiose o immettendo sul mercato oggetti o servizi inutili in quanto non in linea con i nostri sogni.
Da anni si dice che chi possiede i Dati di ognuno di noi – come acquirenti e non solo – e riescono a elaborarli e interpretarli, ha in mano il mercato mondiale ma soprattutto il Potere.
I Soft Data
Ci sarà un’inversione di rotta prossimamente? Secondo me no, anzi. Se fino a poco fa esistevano solo i Big Data per conoscere tutto di noi e per usare i Dati, ora stanno cominciando a emergere i Soft Data.
Ho letto per la prima volta dei Soft Data nell’interessante articolo di Simone Tolomelli inserito nel libro “Mind the Change– Capire il cambiamento per progettare il Business del Futuro”, scritto da Alberto Mattiello, Armando Cirricione e Alberto Balan.
Mi si è aperto un mondo. Ma di questo ne parlerò nel prossimo articolo.