Recensioni sul Web: non sono tutte reali
Le finte recensioni sul web sono ormai un fenomeno inarrestabile: basta infatti fare una semplice ricerca online per trovare chi vende recensioni oppure le “cinque stelle” per hotel, ristoranti e altri esercizi da pubblicarle sulle pagine di Google Maps, Google My Business, Tripadvisor, Facebook e così via.
I prezzi delle recensioni ingannevoli
Ovviamente tutto ha un prezzo: una recensione singola costa 9,90 euro oppure in promozione puoi averne 20 a 159,90 euro.
Le recensioni invece sulla pagina Facebook di un ristorante, un albergo, un esercizio qualunque vanno da 40,00 euro per 5 giudizi positivi fino a 250,00 euro per 50 recensioni positive.
L’azienda emette regolare fattura poiché l’attività viene mascherata da consulenza marketing. Vi sono in ogni caso dei Freelancers che si propongono di “aiutare” un locale anche con la complicità di amici e conoscenti, sempre dietro un compenso ma non fatturato.
Recensioni a limite della Legalità
Ma cosa dice la Legge in Italia? Nel caso di “fake reviews ” si deve sapere che finalmente qualche mese fa il tribunale di Lecce ha stabilito che postare commenti ingannevoli con un’identità fittizia, rappresenta un crimine: ha quindi condannato a 9 mesi di carcere una società che portava avanti un business redditizio su TripAdvisor.
I commenti non sono tutti reali
Cosa fare quindi nel caso si voglia prendere in considerazione le recensioni di un locale o di un’attività?
Serve non prendere per oro colato i giudizi altrui, specie se sono troppo negativi o entusiasti, oppure vaghi e impersonali.
Eppure noi Italiani siamo diventati recensioni-dipendenti: il 90% le leggono e le considerano la moderna versione del passaparola, dimenticando che i suggerimenti non arrivano da amici affidabili ma da perfetti sconosciuti.
Un po’ di numeri per capire il fenomeno
Un sondaggio svolto qualche anno fa da TripAdvisor (Studio PhoCusWright commissionato da TripAdvisor), ha evidenziato che la stragrande maggioranza degli italiani intervistati (93%) dichiara che le recensioni online influenzano la scelta del luogo in cui mangiare.
“È verosimile sostenere che il 12% delle recensioni pubblicate in Italia siano anomale” scrive Marinella Petrocchi, ricercatrice dell’Istituto di informatica e telematica del Cnr di Pisa.
Il vero problema è che per pigrizia ci limitiamo a guardare i pallini o il punteggio di un prodotto o di un servizio, senza però approfondire.
I Titolari delle attività devono rispondere alle recensioni
In ogni caso, che siano positive che negative e ancora più se sono Fake Reviews (recensioni false), i Titolari delle attività devono rispondere, possibilmente senza alterarsi, anche se a leggere certe affermazioni verrebbe di mandare a quel paese il recensore.
La mia Consulenza
Negli ultimi mesi ho risposto a parecchie recensioni per conto dei miei clienti, anche a quelle negative o false.
Ho elaborato il metodo “porta acqua al tuo mulino”: nel rispondere alla recensione negativa, scrivo anche in modo entusiastico e positivo dell’attività o del servizio, così da mettere nero su bianco anche le virtù del locale o servizio senza dimenticare di aggiungere sempre una nota di umanità nell’attività.
Riporto una mia risposta sul profilo Google My Business di un ambulatorio veterinario: il recensore ha dato dell’incompetente al mio Cliente.
Non scrive niente altro. A mio avviso è il classico esempio di una recensione fake, scritta solo per screditare il professionista.
In ogni caso nella risposta ho rimarcato il fatto che il mio Cliente è in costante aggiornamento e che centinaia di persone vi si rivolgono per avere un consulto professionale.
È questo il metodo “porta acqua al tuo mulino”: rispondere sottolineando i punti di forza positivi dell’attività.